Prime Esperienze
Le storie di Giulia - Il Tatuaggio
di giorgal73
09.07.2024 |
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"Un giorno, Carla, la mia inseparabile compagna di stanza, mi propose un appuntamento al buio..."
Era un mese fa circa, immerso nella fatica dell'allenamento dei dorsali, quando la sua voce, profonda e sensuale come una melodia jazz, ruppe il silenzio del mio allenamento: «È dura vero?».
Mi girai, sorridendo stanco, e replicai:
«Beh, non poi così tanto... diciamo che un po' di sofferenza fa bene al corpo e allo spirito!».
Terminai velocemente le ultime ripetizioni e scesi dalla macchina, asciugandomi il sudore con un gesto ormai consuetudinario. Riposi il telo e, proprio in quel momento, i miei occhi si posarono su di lei: Giulia, in tutta la sua sconvolgente bellezza, si ergeva davanti a me.
Era leggermente più bassa di me, forse 1.65 o 1.70 cm, un'altezza che accentuava la sua figura esile ma tonica. I suoi capelli, neri come la notte e lucenti come il cielo stellato, erano tagliati a caschetto con una frangetta sbarazzina che le donava un'aria da ragazzina birichina, proprio come Valentina, la musa di Crepax.
Il suo viso, delicato come quello di una bambola, era incorniciato da grandi occhioni color smeraldo che, con la loro profondità enigmatica, mi trafiggevano l'anima. Un lampo di luce verde, come un raggio laser che mi scaldava il cuore e allo stesso tempo mi gettava in un vortice di emozioni contrastanti.
Indossava una tutina nera in due pezzi che lasciava intravedere un corpo scolpito con perfezione. I suoi muscoli, tonici e definiti, non erano mascolini ma armoniosi, decorando la sua figura femminile in modo sensuale e provocante. Sembrava un'opera d'arte, una statua scolpita da un maestro divino, proprio come le sensuali protagoniste di Crepax.
Anche la sua bocca era perfetta, come disegnata a mano da Guido. Le sue labbra, carnose e rosse come una ciliegia matura, erano l'invito a un bacio appassionato, un vortice di sensazioni che mi bruciava dentro. Ma c'era qualcosa di più, un dettaglio che la rendeva ancora più intrigante e misteriosa, come una Valentina moderna avvolta nel mistero.
Sul suo braccio destro, come un'opera d'arte sulla tela bianca, si ergeva un tatuaggio magnifico che le ricopriva praticamente tutta la parte superiore. Da lontano, il disegno era indecifrabile, un enigma che stuzzicava la mia curiosità. Ma avvicinandomi, scoprii la sua vera natura: non era un tatuaggio comune, ma un capolavoro di dettagli e sfumature, quasi una fotografia stampata sulla sua pelle.
Il soggetto era ancora più particolare e intrigante: Giulia, con un sorriso malizioso, teneva in mano un cazzo maestoso e lo baciava con passione. Un'immagine provocante e audace che accentuava il suo fascino magnetico e la rendeva ancora più desiderabile, come una Valentina moderna che infrange i tabù.
In quel momento, lo capii: Giulia non era solo una donna bellissima, ma un enigma da risolvere, un mistero da svelare, come il suo alter-ego di carta e inchiostro che nasconde segreti inconfessabili. La sua bellezza era solo un involucro, un preludio a un mondo interiore ricco di sfumature e contraddizioni. E io, irrimediabilmente attratto da lei, ero pronto ad addentrarmi in quel mondo, a scoprire i segreti che si nascondevano dietro quei grandi occhi color smeraldo e quel sorriso ammaliante, come un moderno Indiana Jones alla ricerca del tesoro perduto.
Come nei migliori cartoni animati della Warner, la mia mascella sprofondò al suolo mentre i miei occhi si fissavano magneticamente sul tatuaggio di Giulia. Lei, accortasi del mio sguardo rapito, sfoggiò un sorriso malizioso:
«Sembra che la visione ti abbia sconvolto? ».
Riuscendo a recuperare la compostezza, replicai con un tono ironico:
«In realtà, stavo immaginando la faccia del tatuatore quando gli hai chiesto di immortalarti in quella posa! ».
Giulia scoppiò in una risata contagiosa e mi rivelò che l'artefice del tatuaggio era nientemeno che Noa Yannì, una delle tatuatrici più talentuose d'Italia. Mi raccontò di averle raccontato una storia personale e di averle chiesto di riprodurla sul suo braccio. Noa, da professionista impeccabile, si era messa all'opera con entusiasmo, trasformando la storia in un capolavoro di inchiostro sulla pelle di Giulia.
Dopo un saluto carico di tensione erotica, mi congedai da questa visione paradisiaca e tornai ad allenarmi, cercando di domare il fuoco che mi bruciava dentro. Ogni tanto, con sguardi furtivi, la osservavo da lontano, cercando di cogliere ogni dettaglio del suo corpo mozzafiato.
Dopo trenta minuti di questa sublime tortura visiva, decisi di concludere il mio allenamento dirigendomi verso la sala cardio, dove mi dedicai a venti minuti di ellittica che mi lasciarono esausto ma appagato.
Scesi nello spogliatoio e, con un cuore che batteva all'impazzata, incontrai nuovamente in Giulia che stava per entrare anche lei nello spogliatoio.
«Prima non mi sono presentato,» dissi con voce affannata e stanca. «Piacere, Giorgio.»
«Piacere Giulia,» rispose con un sorriso che fece tremare le mie ginocchia. «Hai finito?»
«Sì,» confermai. «Stavo per farmi una doccia, poi pensavo di vanificare l'allenamento con un aperitivo. Se sei libera, mi piacerebbe invitarti. Sarei curioso di conoscere la storia del tuo tatuaggio. »
«In effetti non avevo nulla da fare,» ammise con un tono enigmatico. «Ma perché vuoi conoscerla? Capisco che sia particolare e che le reazioni siano le più disparate, ma la tua è davvero unica.»
«Giulia, voglio essere sincero,» confessai con voce decisa. «Mi diletto a scrivere racconti erotici e la tua storia potrebbe essere una grande ispirazione. Non sto cercando di sedurti, ma vorrei solo l'opportunità di ascoltarti, se ovviamente non ti dispiace. »
Un lampo di malizia illuminò i suoi occhi color smeraldo. «Uhm, la tua proposta è davvero interessante e mi incuriosisce non poco,» ammise con un sorriso sensuale. «Inoltre, se offri tu, non si rifiuta mai un aperitivo gratis! Dammi dieci minuti per una doccia e un cambio e ci vediamo all'ingresso.»
«Prenditi tutto il tempo che ti serve,» dissi con voce emozionata, mentre il mio cuore batteva all'impazzata per l'attesa di questo incontro.
Non vedevo l'ora di scoprire i segreti che si nascondevano dietro quel tatuaggio e dietro i tuoi occhi magnetici.
Il sole al tramonto tinge di un colore dorato il nostro tavolo mentre io e Giulia ci sediamo di fronte, sorseggiando Spritz. L'aria è carica di un'elettricità palpabile, resa ancora più intensa dalla sua bellezza. In quel momento, Giulia sembra ancora più radiosa del solito.
Le sue labbra carnose avvolgono la cannuccia con fare sensuale, mentre i suoi occhi da cerbiatta mi scrutano con un misto di malizia e divertimento. Non posso fare a meno di immaginare di essere al posto di quel pezzetto di plastica, desiderando di essere completamente risucchiato da lei.
«Allora, mi racconti la storia del tatuaggio?»
Giulia mi sorride, prende una patatina e inizia a raccontare.
******
Nelle pieghe della mia infanzia, tra risate cristalline e giochi spensierati, si nascondeva un corpo che non mi apparteneva più. Le mie forme generose, un tempo fonte di gioia e armonia, si erano trasformate in un fardello di insicurezza e sguardi crudeli. A 16 anni, vivevo nell'ombra della mia goffaggine, sognando di svanire come una bolla di sapone.
L'adolescenza fu un tunnel buio, punteggiato da scherni e prese in giro. Le mie compagne di classe, snelle e aggraziate come gazzelle, mi deridevano senza pietà, alimentando la mia fragilità. Mi sentivo un brutto anatroccolo goffo, destinato a rimanere per sempre ai margini.
Ma dentro di me, bruciava una fiamma di speranza. Sognavo di un giorno liberarmi dalle mie catene, di trasformarmi in una farfalla dai colori sgargianti. L'università divenne il mio rifugio, un'isola felice dove ho trovato amiche vere e riscoperto la fiducia in me stessa.
Scienze Motorie a Pesaro fu la mia musa ispiratrice, che mi guidò verso un corpo più tonico e una mente più forte. Sudore, fatica e tenacia divennero le mie armi per combattere contro le insicurezze. Imparai ad amare le mie curve, a vederle come simbolo di forza e femminilità.
Le serate con le amiche erano un vortice di risate e complicità, ma a volte un velo di malinconia offuscava la mia gioia. Le osservavo circondate da ammiratori, mentre io rimanevo sola con i miei pensieri. A 23 anni, il mio cuore era ancora un bocciolo acerbo, pronto a sbocciare al tocco giusto.
Un giorno, Carla, la mia inseparabile compagna di stanza, mi propose un appuntamento al buio. Un brivido di eccitazione misto a timore percorse la mia schiena. Emiliano e Giacomo, due ragazzi del mio corso, sarebbero stati i nostri misteriosi compagni di avventura.
Al pub, i miei occhi si incrociarono con quelli di Emiliano. Un lampo di elettricità attraversò l'aria, sciogliendo la mia timidezza come neve al sole. Alto come un dio greco, con i capelli nerissimi e gli occhi scuri che trafiggevano la mia anima, era la personificazione di un sogno ad occhi aperti.
La sua voce profonda era una melodia sensuale che mi avvolgeva, le sue parole un balsamo per le mie insicurezze. Per tutta la sera, il mondo intero svanì, lasciando solo noi due in un universo parallelo. Mi scrutò con un'intensità che mi fece arrossire, come se fossi l'unica donna al mondo.
Era come se mi leggesse nel profondo, sondando le mie paure e i miei desideri. Nonostante le mie forme non fossero quelle di una modella, la sua attenzione mi fece sentire bella e desiderata. Era la prima volta che un uomo mi guardava in quel modo, e il mio cuore batteva all'impazzata come un tamburo tribale.
La serata volò via in un vortice di emozioni, spezzata solo dall'ora tarda e dalla stanchezza del proprietario del locale. Giacomo e Carla si erano già dileguati, lasciandoci soli nella magia di quel momento. Emiliano si offrì di accompagnarmi a casa, e il suo braccio forte e protettivo mi fece sentire al sicuro.
Durante il tragitto, la tensione tra di noi era palpabile. Le sue parole sussurrate all'orecchio mi facevano rabbrividire, e il suo sguardo intenso mi trafiggeva l'anima. Sognavo di perdermi in quel vortice di passione, di sentirmi finalmente libera dalle mie insicurezze.
Entrai in casa accompagnata da Emiliano, il cuore ancora palpitante per la magia della serata. Il silenzio avvolgeva le stanze vuote, un silenzio carico di una tensione palpabile. Improvvisamente, un rumore inconfondibile proveniente dalla stanza di Carla ruppe il silenzio, facendo arrossire le mie guance di un fuoco improvviso. Carla e Giacomo stavano facendo l'amore, ignari della nostra presenza.
Un'ondata di imbarazzo mi travolse, ma gli occhi di Emiliano, profondi e intensi come il mare in tempesta, mi fissavano con una determinazione magnetica. Senza preavviso, si avvicinò a me, accorciando la distanza tra i nostri corpi. Le sue labbra, calde e morbide come velluto, si poggiarono sulle mie in un bacio appassionato che cancellò ogni pensiero dalla mia mente.
Era il mio primo bacio, un bacio che sognavo da sempre, ma che mai avrei immaginato potesse essere così travolgente e sensuale. La sua lingua esplorava la mia bocca con delicatezza, intrecciandosi con la mia in un vortice di passione. Il suo sapore, un mix inebriante di menta e liquirizia, mi fece letteralmente impazzire.
I miei sensi erano in subbuglio, come se un uragano di emozioni mi stesse travolgendo. Le sue mani, grandi e calde, accarezzarono il mio viso, sfiorando le mie guance, il mio collo, le mie spalle. Il suo tocco era come una scossa elettrica, che accendeva ogni cellula del mio corpo.
Anche le mie mani iniziarono a vagare sul suo corpo, esplorando le sue curve muscolose. I suoi addominali erano scolpiti come marmo, ogni fibra definita con precisione. I suoi glutei, sodi e tonici, si riempirono sotto le mie carezze, facendo esplodere il mio desiderio.
Mi sentivo piccola al suo fianco, ma allo stesso tempo potente e sensuale. La mia timidezza era svanita nel nulla, sostituita da una fiducia in me stessa mai provata prima. Volevo solo perdermi in lui, sentirmi parte di quel corpo perfetto, di quell'uomo che mi stava facendo scoprire un universo di sensazioni inaspettate.
In preda al desiderio, mi alzai sulle punte dei piedi, come se volessi volare, per avvicinarmi ancora di più a lui. Volevo aiutarlo, assorbirlo, fondermi con lui in un unico abbraccio infuocato. La mia anima gridava il suo nome, implorando di essere liberata dalle catene dell'insicurezza.
Con un filo di voce, sussurrai a Emiliano:
"Vieni con me."
Lo condussi verso la mia stanza, il cuore che batteva all'impazzata nel petto. Un brivido di anticipazione percorreva la mia schiena, misto a un pizzico di timore. Era la prima volta che avrei varcato quella soglia con un uomo, e il mio corpo ne era consapevole.
Giunti nella stanza, ci siamo guardati negli occhi, un'intesa silenziosa che crepitava nell'aria. In un gesto fluido, quasi coreografico, i nostri vestiti si sono disintegrati, lasciandoci solo con la lingerie intima. La pelle nuda si sfiorava, accendendo una fiamma di desiderio che bruciava dentro di noi.
Le nostre labbra si sono incontrate in un bacio appassionato, pieno di promesse e di passione inebriante. Le sue mani, come farfalle curiose, hanno iniziato a esplorare ogni centimetro del mio corpo, disegnando mappe di desiderio sulla mia pelle. Era come se stessero leggendo un libro segreto, imparando ogni curva e ogni piega del mio essere.
La sua mano destra si è avventurata verso la mia intimità, un territorio inesplorato e pieno di mistero. Un attimo di panico mi ha assalito, un brivido freddo che ha attraversato la mia schiena. Lo afferrai per il polso, la voce tremante:
"Emiliano, è la prima volta per me."
I suoi occhi si sono posati sui miei, pieni di dolcezza e comprensione. "Non sei mai stata con un uomo?" chiese con voce morbida. "Sei vergine?".
Con un filo di voce, ho annuito, confermando le sue supposizioni. Un sorriso sereno si è dipinto sulle sue labbra, come quello di un principe azzurro pronto a rasserenare la sua principessa.
"Allora andiamo piano," sussurrò con voce rassicurante.
"Oggi ci prenderemo il tempo per scoprire il piacere insieme, in modi diversi. E quando ti sentirai pronta, avremo il nostro primo rapporto completo."
Le sue parole mi hanno acquietato, dissipando ogni paura e lasciando spazio solo all'eccitazione. Le sue mani mi hanno guidata verso il letto, dove mi sono sdraiata con trepidazione e curiosità. Mi ha slacciato il reggiseno con delicatezza, liberando i miei seni al suo tocco caldo. I suoi polpastrelli, come velluto morbido, hanno iniziato a massaggiarli con abilità, alternando carezze delicate a pressioni decise.
Le sue labbra, come quelle di un vampiro sensuale e famelico, si sono posate sul mio collo, lasciando una scia di baci infuocati che tracciavano un sentiero verso la mia intimità. I suoi polpastrelli, intanto, si erano trasformati in strumenti di tortura deliziosa, pizzicando e torcendo i miei capezzoli con abilità diabolica. Ogni tocco scatenava scariche elettriche di piacere che attraversavano il mio corpo, facendolo vibrare in un crescendo di sensazioni inebrianti.
Un calore inaspettato ha iniziato a diffondersi tra le mie gambe, un fiume di desiderio che scorreva verso un'intimità ancora da scoprire. Era un misto di eccitazione, timore e trepidazione, un cocktail di emozioni che rendeva questo momento ancora più speciale.
Dopo infiniti momenti di puro piacere, Emiliano si è alzato con grazia e, con un gesto da abile prestigiatore, mi ha sfilato le mutandine. Si è posizionato davanti a me, invitandomi ad aprire le gambe. Inizialmente timida e impacciata, ho cercato di coprire la mia intimità con una mano, ma lui, con delicatezza e rispetto, l'ha rimossa.
Le sue meravigliose labbra, morbide come petali di velluto, si avvicinarono alla mia umida micetta con una promessa silenziosa di piacere. Iniziò a disegnare baci lenti e profondi, come se stesse esplorando una mappa segreta del mio corpo. Ogni suo tocco era un brivido che attraversava la mia pelle, accendendo un fuoco che ardeva sempre più intenso.
Il mio corpo, desideroso di più, si contorceva in un'arcata di brama. La sua mano, sapiente e gentile, accarezzava la mia pelle, superando la curva del mio ventre arrotondato. Le sue dita, come agili esploratori, tracciavano sentieri proibiti tra le mie gambe, sfiorandomi delicatamente.
La sua lingua, calda e insistente, si avventurava in profondità, delineando ogni contorno con una maestria sensuale. I suoi movimenti erano un ritmo ipnotico, un'onda che mi travolgeva e mi spingeva verso l'estasi. Spingeva e si ritirava, mi stava praticamente scopando, alimentando il mio desiderio con un'intensità quasi insostenibile.
Non riuscii a trattenere un gemito soffocato che si trasformò in un urlo liberatorio quando il piacere esplose dentro di me. Il mio corpo si scosse in un tremito incontenibile, le gambe si sciolsero come budini incapaci di sorreggermi. Ancora scossa dagli echi dell'orgasmo, mi abbandonai al suo tocco gentile, che continuava a cullarmi in un mare di sensazioni languide per altri interminabili minuti.
La sua opera d'amore, paziente e sensuale, mi lasciò esausta e appagata, come se avessi appena viaggiato su un'onda di piacere che mi aveva trasportata in un'altra dimensione.
Ancora scossa dagli echi dell'orgasmo appena concluso, lo guardai con occhi languidi e decisi. La timidezza era svanita, lasciando il posto a un desiderio ardente che pulsava in ogni fibra del mio essere.
Con voce ancora tremula di passione, sussurrai: "Ora tocca a me."
Lui era ancora in slip, ma sotto quel sottile strato di tessuto si nascondeva un evidente rigonfiamento, come un serpente pronto a colpire. Con mani tremanti, mi avvicinai a lui, decisa a liberarlo da quel misero ostacolo che ci separava.
Tuttavia, la mia inesperienza si rivelò un ostacolo imprevisto. Il suo pene, turgido e pulsante, sembrava incastrarsi, rifiutando di liberarsi.
Un attimo di sconforto mi assalì, ma la sua risata calda e rassicurante mi diede il coraggio di insistere. Con rinnovata determinazione, continuai i miei goffi tentativi, finché finalmente riuscii a liberarlo completamente.
Davanti ai miei occhi si ergeva, maestoso, un obelisco di carne. Era enorme, ben oltre ogni mia immaginazione. Da ogni angolazione lo guardassi, la sua grandezza mi lasciava senza fiato. Era già pronto per me, pulsante di desiderio, in attesa di unirsi a me in un connubio di passione.
Ero spaventata, confusa, immobile come un automa senza energia. Quasi in trance, avvicinai le mie labbra alla punta del suo glande e le dischiusi. Iniziai con piccoli baci timidi, quasi incerti. Poi, allungai la lingua e la posi delicatamente sulla cima. Un sapore lievemente salato esplose improvvisamente nella mia mente, scatenando un vortice di desiderio incontrollabile. Volevo assaggiarlo tutto, inebriarmi di quel gusto proibito. Aprii le labbra al massimo, riuscendo ad avvolgere quasi completamente la parte iniziale del suo maestoso cazzo.
La mia lingua si stese su di lui, come in un abbraccio appassionato, mentre il mio palato accoglieva l'intruso con una voluttà che non mi apparteneva. Lui, intanto, rompeva il silenzio religioso con gemiti di piacere che alimentavano la mia eccitazione. Le mie mani lo stringevano forte, desiderose di esplorare ogni centimetro di quel corpo pulsante. Non mi limitai al glande, ma lasciai che la mia bocca percorresse l'asta in un viaggio tortuosamente perverso. I sapori, misti alla mia saliva che colava copiosa, erano il fuoco che alimentava la mia passione. In quel momento, il mondo intero svanì, lasciando spazio solo a noi due, immersi in un vortice di piacere inebriante.
Le mani di Emiliano, posate sulla mia testa, mi guidarono nei movimenti. Tuttavia non riuscivo a prenderlo tutto in bocca e avevo paura di ferirlo con i denti.
Lui però mi incoraggiava: "Dai piccola, apri di più e prendilo tutto!".
Mi sforzai ma preferii concentrarmi su un gioco di lingua e saliva. Mi aiutai con entrambe le mani, tenendolo saldamente e muovendomi lentamente su e giù. Emiliano tolse le mani dalla testa e le posò sul divano per avere più supporto. Iniziò a seguire i miei movimenti con dei movimenti dei fianchi.
Più Emiliano spingeva con foga dentro la mia bocca e più sentivo scorrere un liquido caldo lungo le mie gambe. Tolsi una mano dal cazzo di Emy per toccare la mia micetta e capire cosa stesse succedendo. Ma invece di capire, inserii due dita e iniziai a masturbarmi sempre più freneticamente.
I gemiti di Emiliano divennero i più gutturali e intensi, capii che dovevo aumentare il ritmo. Con un'ultima spinta, la mia bocca si riempii di un liquido caldo e denso. Non ero pronta per riceverlo né per assaporarlo, non mi piacque e lo sputai immediatamente a terra. Tuttavia, l'emozione dell'atto mi fece raggiungere un secondo orgasmo, gridai, ma poi spinta da un desiderio irrefrenabile ripresi in bocca il cazzo ancora duro ed bagnato di Emiliano. Questa volta la mia lingua raccolse con ingordigia ogni goccia dello sperma rimasto e come una brava casalinga lo ripulii per bene.
Emiliano, il ragazzo che mi aveva fatto scoprire la bellezza di essere donna, svanì dalla mia vita come un soffio di vento. Un lutto improvviso lo strappò dalla nostra realtà e dovette tornare urgentemente a casa, lasciando un vuoto incolmabile nel mio cuore e tra le mie gambe. Lo salutai con un nodo alla gola e un velo di lacrime che offuscava la mia vista, consapevole che avrei portato per sempre il ricordo del suo sorriso contagioso e della sua gentilezza.
Gli anni dell'università trascorsero veloci, tra lezioni, esami e l'inseparabile amicizia con Carla. Insieme affrontavamo ogni sfida e nuovi amori, condividevamo sogni, segreti e tanto sesso, unite da un legame speciale che ci rendeva inseparabili.
Al termine di quel percorso così importante, decidemmo di celebrare la nostra laurea con un dono che sarebbe rimasto impresso indelebile sulla nostra pelle: un tatuaggio.
Il mio disegno era un vortice di colori che racchiudeva l'essenza di quella prima volta che mi sentii desiderata e finalmente donna. Un turbinio di emozioni che esplodeva in un tripudio di gioia e consapevolezza, immortalando un momento che avrebbe per sempre segnato la mia vita senza vergogna e fiera di me.
Carla, invece, optò per un disegno più semplice e delicato: una ragazza che annusava una rosa rossa. Un simbolo di femminilità e fragilità, che rappresentava la sua anima sensibile e romantica.
Ogni volta che guardo il mio tatuaggio, rivivo quell'attimo magico e il ricordo di Emiliano mi avvolge come un abbraccio caldo. Oggi sono una donna diversa grazie a lui e anche se non l’ho più visto da allora, continua a vivere nei miei pensieri e nel segno indelebile che ha lasciato sulla mia pelle.
«Allora sei soddisfatto della storia, ti è piaciuta? Sono sicura che non ti aspettavi il risvolto romantico. »
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Grazie per aver letto la mia storia fino a questo punto. Spero che ti sia piaciuta. Ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.
Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.
Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.
“Questo racconto inaugura un piccolo nuovo filone dove non sono più io il protagonista, bensì una mia amica che mi ha coinvolto in questo piccolo progetto creativo. Purtroppo per me, siamo solo amici platonici, spero che presto la situazione possa però cambiare ed evolvere a mio favore.”
Mi piace sperimentare e conoscere nuove persone per cimentarmi in nuove esperienze. Prediligo al 99% il mondo femminile, ma l'1% è dedicato ad un altro tipo di femminilità che ovviamente avrete potuto capire leggendo i miei racconti passati.
Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su T G con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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